HERA NEI CAMPI
Hera è la signora e madre dell’universo.
Forza femminile primitiva, arcaica, è specchio della vitalità creatrice della natura. Hera è la Dea dell’anno vegetativo (primavera, estate e autunno) ed è la Dea che guida e promette di far arrivare alla grandiosità i suoi fedeli.
Hera era la principale divinità venerata nell’antica Poseidonia, come ci attesta l’Heraion alla foce del Sele, il grande santuario extraurbano interamente dedicato alla Dea, la cui costruzione fu avviata parallelamente alla fondazione della città. La leggenda narra che furono gli Argonauti a costruire e dedicare a Hera il tempio. Un santuario che per millenni ha protetto marinai e ha assicurato la prosperità della natura e degli uomini.
Hera dona il seme dell’Oryza
per far sì che i suoi devoti non soffrano mai la fame.
Scende tra gli uomini, vaga nei campi,
il suo sguardo veglia sul raccolto.
Storicamente la Piana del Sele era già votata alla coltivazione del Riso. Infatti, il filosofo Simone Porta (1495-1525), narra di un primo insediamento del riso in Campania, presso Salerno – testimonianza attestata anche dall’esistenza di ‘Via Terre Risaie’ .
Da Salerno alla Piana di Sibari, vi è un unico territorio ricchissimo di zone paludose. L’unione tra le acque, il suolo e il clima mite originarono il riso del XV sec. di qualità eccellente, catturando l’attenzione di scrittori, filosofi, poeti e cuochi che menzionavano il ‘riso di Salerno’ nei banchetti di corte. Numerose sono le testimonianze di poeti, gastronomi, filosofi e cuochi che menzionano il ‘riso di salerno’.
Purtroppo, però, le risaie del tempo causarono enormi danni all’ambiente e alla qualità della vita.
Lo stato di salute dei contadini che operavano nel Principato di Salerno fu messo a rischio a causa dell’aria insalubre e della malaria. Così, nel 1820 le risaie delle piane di Salerno vennero bonificate, subendo un processo di trasformazione ambientale che pose fine alla risicoltura meridionale.
Il clima e la temperatura della zona di coltivazione influenzano la crescita delle piante di riso e la grandezza dei chicchi delle spighe. Se le attuali coltivazioni di riso italiane costituiscono la zona più a nord del mondo dove si coltiva riso, vien da sé che con condizioni meteorologiche più favorevoli, le stesse varietà hanno una resa diversa, la differenza più evidente è la grandezza dei chicchi.
La coltivazione del riso come coltivazione di rotazione consente di assorbire i nitrati in eccesso presenti nel terreno.
È così che la coltivazione del riso si inserisce in perfetta armonia con le coltivazioni già presenti.